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Sul sito dell'editore Neri Pozza, una bella intervista con Antonella sul suo nuovo romanzo "La fame del suo cuore"

Dopo La cura dell’acqua salata e I bambini del maestrale, questo è il suo primo romanzo che si allontana dall’ambiente di Napoli per approdare in un mondo ben diverso: la Russia zarista. Cosa l’ha affascinata di questa ambientazione?

In effetti, da sempre ho utilizzato le mie radici napoletane senza tuttavia rinunciare a narrare storie dal valore universale. Ma a un dato momento, coinciso col boom turistico della mia città, ho avvertito il bisogno di allontanarmi dal clamore per riparare in un altrove che tuttavia non riuscivo a identificare.
Il mio incontro con l’incredibile vicenda che in seguito avrei ricostruito, in parte romanzandola, si è dunque verificato al momento giusto. Per la verità, in prima battuta a sedurmi non è stata tanto la possibilità di descrivere splendori e miserie della Russia imperiale, quanto una piccola donna vestita di nero che da una foto ingiallita mi rivolgeva uno sguardo di quelli che non si dimenticano. È stata appunto l’urgenza di raccontare la sua stupefacente parabola umana a condurmi così lontano dalla mia comfort zone.
Lontano nel tempo, ma a questo ero abituata. Quasi tutti i miei scritti sono un viaggio nel passato, che non vuole essere una fuga dalla contemporaneità, bensì una chiave di lettura del presente. Mettendomi sulle tracce di Popova, stavolta mi sono ritrovata a intraprendere anche un viaggio nello spazio, che mi ha condotta in un luogo tanto ricco di suggestioni quanto a me ignoto. Problema non da poco.

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https://neripozza.it/blog/766/quattro-chiacchiere-con-antonella-ossorio